Nuovo Credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo 2017
Grandi novità con il credito d’imposta 2017 per Ricerca e Sviluppo: quadruplicato l’importo massimo annuale e raddoppiata la percentuale per tutti i tipi di investimento
Il nuovo credito d’imposta passa da 5 milioni a 20 milioni di euro massimi annuali (con una spesa minima di 30 mila euro) e la percentuale sale al 50% per tutti i tipi di investimento che le imprese adotteranno per i programmi di spesa finalizzati ad attività di ricerca e sviluppo.
La misura rientra nel piano varato dal Governo per spingere l’industria italiana all’innovazione e allo sviluppo tecnologico delle attività produttive secondo il paradigma Industria 4.0.
La novità approvata con la Legge di bilancio 2017 è di particolare importanza per quel che riguarda l’applicazione dell’aliquota unica del 50%: non c’è più la differenza tra le spese sostenute per i beni strumentali (25%) e il personale altamente qualificato (50%).
In questa sua nuova versione il credito d’imposta renderà più agevole il calcolo dell’ammortamento previsto per gli investimenti complessivi dell’impresa.
Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo al 50% si applica a:
- assunzione di personale altamente qualificato impiegato nella ricerca;
- quote di ammortamento acquisizione o utilizzazione strumenti e attrezzature;
- contratti di ricerca con università, enti di ricerca, imprese, start up innovative;
- competenze tecniche e privative industriali.
L’agevolazione del credito d’imposta al 50% riguarda quindi tutte le spese relative a ricerca fondamentale, ricerca industriale e sviluppo sperimentale.
L’ammortamento degli investimenti umani e strumentali in ricerca è sviluppo al 50% è automatica.
Possono beneficiare del credito d’imposta tutte le tipologie di imprese, gli enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa, a prescindere da dimensioni aziendali, forma giuridica e settore di attività.
Per poter richiedere il credito d’imposta per ricerca e sviluppo bisogna indicare le spese sostenute nella dichiarazione dei redditi, nel quadro RU del modello Unico.
Il credito d’imposta per ricerca e sviluppo può essere richiesto soltanto in compensazione, con la compilazione del modello F24, dal periodo d’imposta seguente a quello in cui sono state effettuate le spese in ricerca e sviluppo.
Resta valido il criterio incrementale ovvero il credito d’imposta ricerca e sviluppo è destinato alle spese in eccedenza, rispetto agli investimenti realizzati nei 3 periodi d’imposta precedenti, sostenute nel il periodo d’imposta agevolato.
Utilizzare il credito di imposta consente anche all’impresa di avere un vantaggio fiscale in bilancio, in quanto il credito (portato come contributo in conto esercizio) non viene tassato. Il beneficio complessivo pertanto è pari a circa l’80%. Senza considerare che il credito di imposta ricerca è cumulabile con qualunque aiuto di stato alla ricerca (bandi Ministeriali o regionali) che prevedano contributi a fondo perduto per le spese sostenute.
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