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Verso una Puglia regione Smart grazie alle rinnovabili e alle reti intelligenti

Verso una Puglia regione Smart grazie alle rinnovabili e alle reti intelligenti – INGRID

A Bari la conferenza internazionale conclusiva del progetto di ricerca europeo INGRID ha presentato i risultati ottenuti dalla sperimentazione in corso a Troia. ARTI, l’Agenzia regionale per la tecnologia e l’innovazione è partner del progetto che ha indagato le potenzialità delle tecnologie basate sull’idrogeno nel bilanciamento dell’energia elettrica. I dati della crescita delle rinnovabili in Puglia e le prospettive per l’immediato futuro.

Gli esiti del progetto INGRID sono stati presentati nel corso della conferenza, che ha visto la partecipazione di otto partner da quattro Paesi (Italia, Francia, Belgio e Spagna): Engineering Ingegneria Informatica (coordinatore), ARTI Puglia, e-distribuzione, RSE – Ricerca sul Sistema Energetico e Studio Tecnico BFP per l’Italia; McPhy Energy per la Francia; Hydrogenics per il Belgio e Tecnalia per la Spagna. L’evento è stato organizzato da ARTI, in collaborazione con tutti i partner di progetto.

“Il tema delle soluzioni tecnologiche per lo stoccaggio e la gestione della produzione e della domanda variabile di energia elettrica è particolarmente rilevante per la Puglia, che è una regione che produce più energia di quanta ne consumi, soprattutto utilizzando fonti rinnovabili – ha affermato Vito Albino, commissario straordinario dell’ARTI in apertura di lavori – Partecipare a INGRID è stato dunque importante, anche perché il progetto ha consentito di sperimentare una soluzione specifica attraverso un dimostratore che oggi è stabilmente presente sul territorio pugliese”.

Infatti, per dimostrare la validità della soluzione prospettata, è stato costruito un impianto sperimentale a Troia (FG), un’area caratterizzata dalla presenza di un numero elevatissimo di impianti eolici e fotovoltaici: a causa sia dei picchi di produzione, sia dell’attuale insufficiente capacità di trasporto delle reti elettriche, l’energia non può essere direttamente utilizzabile in loco né trasportabile.

Le opportunità offerte dai sistemi di accumulo di energia per rendere più smart la rete elettrica sono state al centro di un dibattito che ha visto gli interventi di alcuni partner di progetto e di esperti. “Le rinnovabili in pochissimi anni sono diventate la prima fonte energetica, superando le fossili – ha sostenuto Massimo Bertoncini, di Engineering-Ingegneria Informatica Spa, coordinatore del progetto Ingrid – Questo cambiamento del paradigma tecnologico, poco previsto o previsto non in queste proporzioni, impone la ricerca di soluzioni alla discontinuità tipica della produzione di fonti rinnovabili, che possono essere rintracciate nell’integrazione dei sistemi energetici: con Ingrid abbiamo sperimentato l’integrazione possibile tra la rete elettrica, quella del gas e l’idrogeno”.

Il progetto INGRID
L’accumulo di energia sta diventando una questione cruciale per bilanciare e integrare grandi quote di energia rinnovabile intermittente e migliorare l’efficienza e l’affidabilità della rete elettrica. Lo stoccaggio di idrogeno rappresenta una strada percorribile per aumentare l’offerta di energia a emissioni zero grazie alla sua elevata densità e reversibilità.

Il progetto europeo di ricerca INGRID ha l’obiettivo di dimostrare come e in quale misura le più recenti tecnologie ICT per il monitoraggio in tempo reale delle reti di distribuzione intelligenti, unitamente alle potenzialità connesse allo stoccaggio di idrogeno allo stato puro, consentiranno l’integrazione delle rinnovabili nel bilanciamento della domanda e dell’offerta di energia.

A tal proposito è stato costruito a Troia (FG) un impianto pilota da 39MWh di INGRID costituito da un elettrolizzatore da 1.2MW, un sistema di accumulo dell’idrogeno solido, una cella a combustibile e sistemi ICT di monitoraggio e controllo in tempo reale. Sfruttando l’energia solare ed eolica, l’idrogeno prodotto dall’elettrolizzatore in forma gassosa viene assorbito da dischi di magnesio, che formano composti stabili con l’idrogeno chiamati idruri di magnesio e consentono di conservarlo in forma solida. In questo modo, l’idrogeno può essere trasportato in maniera sicura e messo a disposizione di utilizzatori industriali, oppure può essere estratto dai dischi di magnesio e utilizzato come combustibile a zero emissioni per la mobilità elettrica. Inoltre, grazie alla cella a combustibile, l’idrogeno accumulato può essere nuovamente convertito in energia elettrica e re-immesso nella rete quando le condizioni di carico lo consentono.